di Barbara Fabbroni

“Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza (Rita Levi Montalcini)”. Credo si racchiuda in questa frase di Rita Levi Montalcini l’essenza raffinata e gentile della Senatrice Stefania Pezzopane. Lei è una donna che si è costruita passo passo seguendo le regole della sua anima fatta di piccole cose che racchiuse insieme costruiscono e delineano un progetto di vita ambizioso, unico, denso di significato. Il suo è un lavoro che spesso mette a dura prova, ma è nella natura della Senatrice Pezzopane combattere per il bene dell’altro, per rendere la vita migliore delle persone. Lei è una signora, come poche ce ne sono, le sue caratteristiche “seguono la regola delle quattro S: sincerità, semplicità, simpatia e serenità (Emily Post)”. Sono proprio queste virtù che fanno di lei la persona che è. Una donna che crede nella bellezza dei propri sogni, tanto che molti sono diventati la sua realtà vissuta. Dopo tanti traguardi raggiunti si è candidata a Sindaco per la sua città: L’Aquila. Ha un programma importante che può riportare la città a risplendere. Stefania Pezzopane è “una persona di quelle che si incontrano quando la vita decide di farti un regalo (Charles Dickens)”. Ci racconta e si racconta in questa intervista densa di mondo e della sua cifra intima e politica.

Cara Senatrice Pezzopane, grazie per questa intervista ne sono felice, ci racconta di lei?

Il racconto di me è narrato dalla donna che sono oggi. La mia storia si è dipanata all’interno di un viatico di crescita, denso di insegnamenti che mi hanno forgiato come persona, come donna e come politica.

Quanto è importante la politica nella sua vita?

La politica è parte integrante della mia vita. Ho iniziato con le assemblee e le riunioni al liceo. Dopo il diploma di maturità classica ho deciso di assecondare la mia passione per la politica e così sono entrata a far parte della Federazione Giovanile Comunista Italiana. È una scelta che è venuta fuori pian piano. All’inizio mai avrei creduto di diventare una parlamentare e di avere ruoli così importanti. Sin da quando ero bambina e poi adolescente mi interrogavo su situazioni attuali e storiche cercando di coglierne l’essenza, non sopportavo le ingiustizie, confrontandomi, a volte, con mio padre e mia madre.

È stato un percorso faticoso?

Intraprendere la strada della politica non è cosa semplice ci sono tante intemperie da attraversare, tante tempeste da affrontare, ma dietro a un sipario di nuvole c’è sempre il sole. Ecco, quel sole, è il mio faro di orientamento e la meta che ogni volta cerco di raggiungere. Lo dimostra la mia carriera, infatti lungo il tragitto ho ricoperto vari ruoli: assessore regionale all’urbanistica, ai beni ambientali, ai parchi naturali e alla cultura, vicepresidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, presidente della provincia dell’Aquila, assessore comunale all’Aquila fino a quando non sono stata eletta al Senato della Repubblica Italiana come capolista del Partito democratico in Abruzzo. Ed ora Deputata.

Quanto è difficile coniugare vita pubblica con vita privata?

Non è semplice. I riflettori sono sempre puntati alla ricerca di qualche chiaroscuro che possa dar vita a un giudizio. Tuttavia, quando si scelgono professioni che per loro natura sono pubbliche è un prezzo da pagare e sono sempre stata consapevole che, a volte, sarei potuta incappare in pregiudizi o giudizi, in critiche o punti di vista differenti dal mio.

Come l’ha affrontato?

Con la determinazione e la forza che mi contraddistingue. Credo fermamente in quello che faccio e lo proteggo come se fosse un figlio.

Lei ha una figlia, Caterina, avuta dal suo ex marito. Com’è il vostro rapporto?

Ho conosciuto il padre di Caterina ai tempi del liceo. Il nostro è stato un grande amore ma mi sono resa conto non era più corrisposto a ridosso del 2009, un anno segnato dal terremoto de L’Aquila, periodo in cui rivestivo il ruolo di presidente della Provincia. Ho sempre mantenuto e ancora mantengo un buon rapporto con lui, siamo genitori della persona più importante della mia esistenza: Caterina. Con mia figlia ho un rapporto importante, abbiamo una nutritiva complicità, siamo due donne che si integrano e comprendono, seppur, per motivi di lavoro, spesso mi sono dovuta allontanare da lei, ma il cuore è ovunque. Ho un nuovo compagno da 8 anni, Simone. Siamo felici.

Nonostante le rinunce e la fatica, la politica che cosa rappresenta per lei?

Un amore pazzesco. Che si rafforza quando, da presidente della Provincia dell’Aquila, alle 3,32 di quel maledetto 6 aprile, la mia casa viene giù in un fumo di polvere e macerie. Muoiono parenti e amici. Quando albeggia, mi ritrovo con una figlia di 10 anni terrorizzata e la responsabilità di migliaia di sfollati. Lì ho capito tangibilmente l’importanza del mio ruolo e della politica.

E lì che cosa ha fatto, come ha affrontato questo momento terribile?

Quello che si fa nei momenti di crisi. C’era bisogno di agire in fretta, cercare di risolvere quanto prima i problemi che potevano al momento essere risolti come portare in salvo le persone che erano sotto le macerie. Furono giorni difficilissimi, dove il dolore era un compagno di viaggio instancabile.

Si è candidata all’elezione di Sindaco de L’Aquila?

L’Aquila è la mia città, lì abita il mio cuore. Sono sicura che potrò, se eletta, fare molte cose, riportare L’Aquila allo splendore che merita.

Concorrere a Sindaco della sua città l’emoziona?

Moltissimo. Sto incontrando durante la campagna tante facce piene di entusiasmo e di passione con la voglia e il desiderio di vincere. Ho sei liste che mi appoggiano, ognuna di queste liste contiene altre forze politiche e movimenti, in realtà sono 14 i partiti nelle liste che mi sostengono. Quindi ho veramente una spinta molto forte e tanta fiducia.

Gioca per vincere?

Sì! Gioco per vincere, per governare la città, per cambiare il destino, per mettere tutta la mia forza, la mia passione, il mio entusiasmo, le mie amicizie, le mie relazioni, la mia capacità di fare squadra, la capacità di trovare risorse. Voglio darle tutte alla mia città. Ecco perché ho scelto di candidarmi a Sindaco.

Qualche piccola anticipazione sulle priorità della sua amministrazione?

Una delle priorità è rilanciare la nostra città come città della salute, con presidi ospedalieri e di medicina del territorio efficienti ed efficaci. L’altra priorità è fare in modo che la periferia non si senta abbandonata, come sta accadendo adesso. Io guardo alla cura e all’unità del territorio.

Come immagina l’Aquila con la sua amministrazione?

Voglio fare grande L’Aquila, ampliare i confini delle mura cittadine, unire i territori, unire i borghi, unire i paesi e fare in modo che aumenti la forza contrattuale nei confronti della regione. La priorità è il lavoro, noi abbiamo avuto tante risorse, anche grazie al mio impegno parlamentare, abbiamo forti risorse grazie al Pnrr. I fondi della ricostruzione devono creare lavoro, devono creare opportunità per i giovani. Con i giovani che mi sostengono ho preso l’impegno di creare occupazione e voglio farlo, perché la città merita di più. Queste sono alcune delle priorità, ma non sono le uniche.

Una curiosità: ha dei portafortuna?

I gufetti! Spesso me ne regalano, ne ho una nutrita collezione.

 

 

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