di Barbara Fabbroni

Quando il cuore batte forte e l’anima è limpida, pulita e soprattutto curiosa nasce un’alchimia perfetta che regala magia. Tiziana Sensi è un’attrice, una regista, una docente, una donna dall’anima densa di significati significanti che si aprono al possibile creando quella magia che riscalda l’anima e il cuore. Tiziana ama le sfide e in piena pandemia insieme a un compagno di viaggio eccellente, Felice della Corte, danno vita alla Scuola Teatro Marconi. Un’avventura nell’avventura che in pochissimo tempo, nonostante i tempi difficili, si è imposta come un punto fermo e solido nell’infinito mondo della recitazione. La Sensi ne è il direttore artistico, il docente e quello che è riuscita a creare è sotto gli occhi di tutto. Anche in questo anno accademico gli iscritti sono tanti, l’avventura ha inizio e gli allievi si stanno preparando a un anno sicuramente denso di esperienza, emozioni, soddisfazioni e tanta, tanta professionalità. Tiziana Sensi ci racconta la sua Scuola Teatro Marconi.

Al via il Nuovo anno accademico della Scuola Teatro Marconi, come è divisa la Scuola Teatro Marconi?

Corsi per tutte le generazioni a partire dai 4 anni. I nostri corsi sono divisi per classi e per età: Teatro Bambini (5-10) con 3 docenti, Teatro Ragazzi (11-13) con 4 docenti, Propedeutica Teatrale (14-17) con 8 docenti, Lo Studio dell’Attore (18-25) con 10 docenti, Teatro Adulti (dai 18 in su) con 6 docenti, Teatro integrato con 3 docenti. La Scuola Di Danza (4-5 anni) e (6-10) e poi il Corso di Hip-Hop.

Come è nata l’idea di fondare una scuola di teatro?

La Scuola nasce dal desiderio di condividere l’amore e la passione per quello che facciamo, avendo, dopo oltre 30 anni di lavoro, la consapevolezza che il Teatro è un grande Maestro e si rivolge a tutti, chiaramente tutti quelli che hanno voglia di ascoltare. Noi abbiamo la fortuna di lavorare in un Teatro grande, abbiamo il giardino, il palco esterno, la sala prove, la sala danza, insomma quando abbiamo iniziato a pensarci di fronte a noi avevamo questa struttura stupenda ma eravamo in piena pandemia.

Perché aprire una scuola in piena pandemia?

Perché quando in molti hanno paura, quando l’unico punto di riferimento è la tua casa o la tua famiglia, il Teatro diventa il luogo dell’incontro, del confronto, un modo per uscire di casa e ritrovare l’altro e la socialità. Forse volevamo abbattere anche quel muro di terrore che si era creato nei confronti dell’altro. Abbiamo lavorato sempre nel pieno rispetto delle regole.

Essere direttore artistico di una scuola di teatro quanto è difficile?

Ho un rapporto talmente bello con Felice Della Corte, direttore artistico del Teatro Marconi, con cui condivido la direzione della Scuola Marconi, e con tutti i docenti, che le difficoltà, quando arrivano, le affrontiamo con serenità, ne parliamo e cerchiamo di risolvere. Raramente quando svolgi un lavoro che ami permetti alle difficoltà di sovrastarti. Ogni volta che si presenta un problema è sempre motivo di crescita, la regia teatrale mi ha insegnato questo, vedere l’opportunità e la possibilità di fare meglio dietro un guaio!

 

La scuola teatro Marconi a chi si rivolge?

A tutte quelle persone che hanno voglia di crescere ma soprattutto a quelle persone che accettano la regola di salire sul palco pensando di avere tre anni. Solo così possono sorprendersi e sorprendere.

Cosa cercano gli allievi che si rivolgono alla scuola?

Le motivazioni sono varie, chi vuole sbloccare la timidezza, altri vogliono imparare le tecniche della comunicazione, altri ancora, vogliono semplicemente passare tre ore senza pensare a niente. Alcuni allievi che partecipano ai Corsi di Teatro tipo La Propedeutica Teatrale o Lo Studio dell’Attore vorrebbero fare gli attori, alla Scuola Marconi sperimentano e cercano di capire se quella scintilla è un fuoco di paglia oppure è la luce della passione. Se è passione e talento noi poi suggeriamo agli allievi un certo percorso di studi.

Che cos’è la Tecnica dell’Illuminazione? 

È un corso che vuole formare tecnici delle luci per spettacoli teatrali ed eventi. In questi anni, c’è moltissima richiesta di figure professionali nel settore tecnico. Abbiamo pensato a un corso che fosse in grado di rendere i partecipanti pronti al lavoro nel giro di una stagione. Per noi pensare di avviare al lavoro i giovani è la cosa più importante. Lavoriamo in un Teatro da 350 posti, con un palco che ha una struttura tecnica di luci e fonica molto importante e di ultima generazione, è lo spazio giusto per un corso di illuminotecnica, gli allievi lavorano da subito su un vero palcoscenico e con delle attrezzature professionali. Il docente è Francesco Barbera una garanzia sul piano tecnico e didattico.

Chi sono i docenti della scuola? 

Sono artisti bravissimi che lavorano da anni nel settore. Vorrei nominarli tutti:
Caterina Gramaglia: recitazione, Fabio Pappacena: dizione e recitazione, Luca Gaeta: analisi del testo, Anania Amoroso: movimento scenico, Olimpia Alvino: commedia dell’arte Marco Mancini: improvvisazione teatrale Alice Corti: canto Giulia Colombo: danza Maria Grazia Aurilio: teoria delle emozioni, psicologia, neuroscienza

E tu insegni?

Certo.

Rilasciate un diploma? 

Ogni anno chiudiamo i corsi con un attestato che rilascia “crediti formativi”.

Perché studiare teatro?

Perché si sviluppano  molte competenze trasversali: intelligenza emotiva, empatia, immaginazione, creatività,  controllo emotivo, lavoro di gruppo , e poi sviluppano la concentrazione, allenano la memoria, imparano a parlare correttamente grazie alla dizione, a controllare le emozioni attraverso la respirazione diaframmale e poi dovremmo parlare per giorni, di tutta la ricaduta culturale attraverso i testi classici e di drammaturgia contemporanea, i dibattiti che nascono dopo la lettura di un copione o di una scena e questo sottolinea, creando consapevolezza, che la differente opinione è crescita . Imparano ad ascoltare con gli occhi perché la verità è sul corpo. Costruire un personaggio è anche questo, oltre la conoscenza dei metodi di recitazione più importanti, ma questo sarebbe un discorso troppo lungo.

Cosa cercano le persone che vogliono studiare recitazione?

Cercano un luogo vero dentro e fuori di sé.

Il teatro crea e da vita a un mondo migliore?

L’arte è la più alta espressione umana. Lei scapperebbe mai dalla bellezza?

Cosa serve per stare su un palco?

La voglia di mettersi in gioco con le emozioni senza paura di mostrarle.

Progetti?

Per la Scuola sono molto ambiziosi, adesso stiamo iniziando a lavorare per il 2023-24, un passo alla volta, sempre guardando verso l’orizzonte, proprio dove si colloca la quarta parete in teatro, l’ha dove tutto è possibile. Miei personali sono di vario genere e si alternano tra regia ed il lavoro di attrice, magari ti rubo un’altra intervista. Il 2 dicembre debutto con lo spettacolo Jackie testo della scrittrice austriaca Premio Nobel per la letteratura, Elfriede Jelinek per la regia di Luca Gaeta

Sogni?

Ho un cassetto pieno. Ora ne ho tirato fuori uno su cui sto lavorando e che in un certo qual modo potrà essere utile anche alla Scuola Teatro Marconi, perché la Scuola è un figlio che amo molto.

E poi?

E poi … ogni anno accumulo tanti errori, cerco di crescere e cambiare ma anche questo è un progetto che richiede tempo di riflessione.

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