di Barbara Fabbroni

“Immagino che sia proprio così la vita: una lunga catena di attimi. E immagino che tutto ciò che si può fare sia cercare di viverli uno per uno, senza star troppo a pensare a quelli appena trascorsi o che stanno per arrivare (Nicholas Evans)”.
Potremmo riassumere così l’emozione che Francesca Ciriesi ha vissuto in sella alla sua Cape Coral conquistando la vittoria al Campionato Assoluto Italiano di salto ostacoli che si è svolto a Le Siepi di Cervia.IMG-20220502-WA0005
Un’emozione forte, intensa, voluta, cercata con determinazione, forza e coraggio. Francesca Ciriesi, 28 anni, modenese, discendente da una famiglia di cavalieri e amazzoni, ha mostrato il suo carattere testardo e determinato tanto da raggiungere una delle tappe più prestigiose del
suo avvincente percorso di amazzone. L’avevamo già vista conquistare la vittoria a Bojourishte, in Bulgaria, dove la squadra italiana, guidata dal CT azzurro Marco Porro, si è aggiudicata una tappa della Coppa delle Nazioni, vincendo poi la finale a Varsavia. Adesso c’è un nuovo prestigioso appuntamento che l’attende: Piazza di Siena a Roma a fine maggio. Da lì in poi continuerà a dipanarsi il suo itinerario agonistico che la porterà nei più prestigiosi concorsi ippici. Un fiore all’occhiello per l’Italia che con lei ha sicuramente un’amazzone
eccellente che saprà portare alto il tricolore. Francesca Ciriesi riceverà il Premio Eccellenza Italiana 2022 insieme al CT della nazionale Marco Porro e a un altro cavaliere azzurro, Nico Lupino, a fine settembre 2022.

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In fondo: “Sai cosa credo? Che quel cavallo ti voglia talmente bene, che cercava di proteggerti! (Robert Redford in L’uomo che sussurrava ai cavalli). C’è da pensare che Francesca Ciriesi e Cape Coral abbiano i loro sussurri che diventano dialogo per l’anima all’interno della loro perfetta affinità elettiva.

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Cara Francesca, grazie per questa intervista ne sono felice, regalaci 3 aggettivi che raccontano di te?
Le caratteristiche che mi hanno aiutato a raggiungere questo risultato oltre a sostenermi nella vita di tutti i giorni sono: la determinazione, la testardaggine e l’essere sia organizzata sia precisa.

La tua è una famiglia di cavalieri e amazzoni, a che età hai iniziato a montare a cavallo?
La mia è una famiglia di cavalieri e amazzoni. Ho iniziato a montare all’età di cinque/sei anni. sono nata in mezzo ai cavalli, non solo i miei genitori ma anche mio nonno montava a cavallo, oltre che mio fratello Federico. Siamo una famiglia equestre.

Che posto occupa nel tuo cuore l’equitazione?
Assolutamente il primo! Senza alcun dubbio, fin da quando ero una bambina. Non ho mai cambiato idea, bensì ogni giorno l’equitazione ha sempre occupato più spazio nella mia vita fino a diventare oltre che la mia passione anche la mia attività agonistica.

Con Cape Coral fate binomio da molti anni?
Ho iniziato a montarla nel 2019, sono tre anni, nemmeno tantissimo. Normalmente inizio a montarli da più giovani.

Come l’hai scelta oppure lei ha scelto te?
Da giovane la montava mio fratello, Federico anche lui cavaliere azzurro di salto ostacoli, poi mio fratello me l’ha ceduta, pensando che potessimo fare un bel binomio.

Dopo tanti successi hai conquistato la vittoria più importante, almeno fino adesso: sei campione italiano assoluto 2022, te lo aspettavi?
Era il mio obiettivo di questo inizio anno. Un po' me l’aspettavo e sono contenta di esserci riuscita insieme a Cape Coral oltre che a tutte le persone che mi hanno sostenuto ed affiancato in questo percorso.

Quanto è importante il binomio amazzone-cavallo per raggiungere obiettivi come quello di sabato a Le Siepi?
Direi fondamentale! Senza quello credo che, in un campionato, sia difficile avere buoni risultati.

Tuo fratello, cavaliere italiano, cosa ti ha detto vedendoti nel podio?
L’emozione era veramente tanta, già lui parla poco e non mi ha detto tanto, però a volte le parole non servono.

E i tuoi amici?
È stato bellissimo, ho sentito il calore di tutti. È stata una forte emozione vederli tutti insieme felici e contenti per questo risultato.

Il tuo CT, Marco Porro, quanto ti è stato vicino?
È stato molto, molto bravo oltre che a essermi stato molto vicino.

Che cosa vuoi dire?
Ogni giro che ho affrontato ho chiesto il suo consiglio, e lui è riuscito a darmi ogni volta quello giusto. Soprattutto nell’ultimo giro, dove c’erano da fare molte tattiche di gara, mi ha aiutato parecchio. A lui va il mio ringraziamento.

Per un’atleta come te quanto è fondamentale l’appoggio del CT della nazionale?
Direi molto, molto importante. Così come è fondamentale instaurare un rapporto di fiducia reciproca e di conoscenza del binomio, poi nelle gare più importanti, conoscendosi meglio e avendo una buona intesa può fare la differenza.

La vita è densa di intemperie, tuttavia, l’importante non è quante volte si cade ma come ci si rialza, sei d’accordo?
Assolutamente si! Nello sport come nella vita si cade spesso e ci dobbiamo rialzare, è proprio lì che s’impara e si cresce. Sicuramente è la cosa più difficile da fare, ma è senza dubbio essenziale, se vogliamo arrivare a buoni risultati, dà molta soddisfazione.

Un’anticipazione dei tuoi prossimi appuntamenti agonistici?
Come ho già detto l’obiettivo era il campionato italiano, avrei fatto successivamente a questa gara il programma. A questo punto Piazza di Siena a Roma a fine maggio, perché i primi tre sono convocati dalla federazione e poi dobbiamo preparare il resto del programma.

Un sogno nel cassetto?
C’è, ma non si dice! Perché i sogni nel cassetto, se uno vuole che si realizzano, non si dicono.

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